“MANUTENZIONE E CONSERVAZIONE DEL COSTRUITO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE”
La valutazione del pericolo di condensazioni superficiali si ottiene attraverso una formula semplificata:
premesso che:
-Tc= temperatura di condensazione
-Ti= temperatura aria ambiente interno
-
-Ur= umidità relativa ambiente interno
Da questa formula si evince che con il 95% di Ur è sufficiente una caduta di 0,5 ºC tra la temperatura interna e quella superficiale per provocare condensazione è proporzionale alle quantità di acqua presenti.
La quantità di vapore contenuto nell’aria è funzione della temperatura e dell’umidità relativa (a 20 ºC l’aria satura contiene 17,0 grammi per metro cubo di acqua).
La figura 1 mostra i grammi di vapore per metri cubi di aria
In aggiunta al vapore presente nell’aria, bisogna considerare gli apporti prodotti nella gestione quotidiana degli ambienti (per esempio, attraverso la traspirazione, il corpo umano produce da 45 a 300 g./ora di vapore acque, una piccola pentola in ebollizione ne produce 500 g./ora; quantitativi maggiori sono prodotti da elettrodomestici tipo lavastoviglie e lavatrici, o da una o più persone che fanno la doccia).
La rievaporazione dell’acqua assorbita può implicare fenomeni molto diversi in funzione della quantità d’acqua, del tipo di materiale e della distanza rispetto alla superficie dello strato che deve essiccare.
Si possono distinguere 3 fasi (si veda la figura 2):
- a) la prima fase avviene a velocità praticamente costante, e riguarda l’evaporazione dell’acqua presente alla superficie del materiale;
- b) La seconda fase, durante la quale la velocità di essiccamento diminuisce drasticamente, implica il trasferimento del fronte di umidità verso l’interno della parete, con essiccamento di strati sempre più spessi, fino a raggiungere il centro della struttura o il piano in cui ha iniziato la condensazione. Alla variazione di velocità di essiccamento, corrisponde il tasso di umidità critica del materiale considerato, che è il tasso di umidità che deve raggiungere uno strato di materiale perché cominci il trasferimento di acqua in fase liquida dallo strato considerato a quelli confinanti;
- c) La terza fase, in cui la parete si mette in equilibrio igroscopico con l’ambiente circostante. Anche nel passaggio della seconda alla terza fase si ha una brusca diminuzione della velocità di essiccamento.
Fase 1: evaporazione superficiale
Fase 2: diffusione a partire da un fronte di umidità che si sposta verso il centro dell’elemento.
Fase 3: raggiungimento dell’equilibrio igroscopico