In questa pagina è presente uno studio scientifico effettuato dall’Università di Padova inerente il nostro rivestimento anticondensa e muffe denominato MURSAN®M3+M4
“MANUTENZIONE E CONSERVAZIONE DEL COSTRUITO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE”
Il problema delle condense e delle muffe, presente da sempre nelle costruzioni, è aumentato
in maniera considerevole dopo l’entrata in vigore della legge 373 e successivi decreti
attuativi.
Le cause che hanno portato ad un aumento così diffuso di tali fenomeni possono essere così riassunte:
a) inserimento delle coibentazioni in strutture concepite con criteri tradizionali, senza adeguati studi progettuali per risolvere i problemi legati all’abbattimento della resistenza termica in corrispondenza dei nodi strutturali;
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b) adozioni di serramenti metallici o di materiale plastico, dotati sovente di guarnizioni di tenuta e conseguenti carenze di ricambi d’aria nell’ambiente;
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c) adozioni di vetri camera, con conseguente aumento della temperatura interna delle superfici
trasparenti;
d) inserimenti nelle tipologie edilizie comuni di bagni ciechi, nei quali è prevista ventilazione forzata, con avviamento manuale da parte degli utilizzatori;
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e) adozione di impianti di riscaldamento individuali, che, anche a causa di un inadeguato
montaggio, presentano alcuni problemi:
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I.inadeguata o insufficiente ripresa di aria esterna per la combustione;
- II. deficienza nel tiraggio dei camini;
- III. gestione della temperatura ambientale individuale, con notevoli squilibri all’interno del fabbricato e possibilità di temperature di punta molto alte;
- IV. insufficiente apertura dei serramenti durante la giornata, “per evitare fughe di calore e contenere i costi del riscaldamento, sempre crescenti”.
La presenza di una o più delle cause sopra citate porta, specialmente per le strutture con
orientamenti geografici sfavorevoli (N, NE, NO), alla presenza di fenomeni di condensazione
superficiale o interstiziale in corrispondenza dei ponti termici strutturali.
I problemi legati alla presenza di acqua allo stato liquido all’interno della struttura non sono sempre affrontati con la necessaria tempestività, vuoi per i tempi abbastanza lunghi in cui si manifestano in certi casi (per le considerazioni di tipo interstiziale i fenomeni raggiungono la superficie degli intonaci anche dopo 2 – 3 anni), vuoi la presenza di rivestimenti (carte da parati) o arredi addossati alle pareti interessate al fenomeno e che ne mascherano inizialmente gli effetti.
Quando il problema viene affrontato, spesso i rivestimenti o gli intonaci superficiali sono già stati danneggiati e la muffa si è già trasmessa agli elementi di arredo.
Se non esistono danni materiali , permangono comunque problemi estetici causati da macchie e
muffe ed i conseguenti odori o situazioni di disagio ambientale connessi.
Esistono tuttavia dei metodi di indagine strumentale che permetterebbero un’analisi precoce del
fenomeno e la possibilità di interventi preventivi per eliminare i problemi legati alle condensazioni.
Una analisi termografica dei fabbricati, eseguita durante la stagione invernale di riscaldamento, è in grado di evidenziare il numero e la gravità dei ponti termici presenti e la possibilità o la presenza di fenomeni di condensazione anche interstiziale e non ancora apprezzabili superficialmente.
Molto più semplicemente può essere condotta una rilevazione delle temperature e delle U.R.
(umidità relative) interne ed esterne in corrispondenza delle strutture sotto esame, completata da una misura della temperatura superficiale.
Approfondimenti:
⇒ Trattamento muffe e condense muri
⇒ Trattamento muffe e condense pareti