Al fine di poterlo esaminare più da vicino, abbiamo costruito un muro di mattoni pieni in una vaschetta di zinco, quest’ultima delle dimensioni di cm. 25O x 60 ed altezza di cm. 25, presso il laboratorio di Fisica Tecnica del Politecnico di Milano, in cui abbiamo inserito anche alcuni mattoni di Venezia. Il muro, alto cm. 185 con uno spessore di cm. 25 é stato dapprima imbevuto dall’alto fino a saturazione con acqua di mare e poi intonacato in tre riprese successive con due tipi diversi di intonaco. Tali intonaci erano formati di malta di sabbia e cemento, cui abbiamo aggiunto,nel primo tipo un impermeabilizzante ed in quello successivo (applicato in due mani) una particolare schiuma minerale in rapporto di volume 2:1 con il cemento.
Scopo dell’esperimento é quello di verificare l’altezza della risalita capillare dell’acqua nel muro e il comportamento del nostro intonaco a schiuma a contatto di un muro impregnato a saturazione.
Mentre alla data in cui stendiamo queste note nulla si può ancora dire sull’esito della prima parte dell’esperimento a causa del poco tempo trascorso dall’inizio della prova, (anche se é prevedibile che la risalita capillare si arresti già al primo centimetro sopra il livello dell’acqua della vaschetta se si riscontrerà esatta l’ipotesi d1 Kettenacker),per quanto riguarda il comportamento dell’intonaco a schiuma si é potuto rilevare che esso é essiccato in poche settimane fino alla base,poco al dl sopra del pelo dell’acqua.
In questo punto l’apparecchio GAIN-YDROMETTE indica 2-6 gradi e l’esame ponderale conferma che il contenuto di acqua rappresenta solo il 2 % del peso dell’intonaco.
A noi questo primo e parziale risultato,in attesa del prosciugamento totale del muro, appare già interessante anche per le possibili applicazioni sia sulle facciate esterne delle case di Venezia che all’interno delle stesse.
Poiché l’intonaco a schiuma, pur traspirando attivamente (rimanendo asciutto anche su un muro totalmente impregnato), può essere tinteggiato anche nel caratteristico color tegola tradizionale di Venezia, con pitture a base di cemento che non impediscano la traspirazione e, poiché l’intonaco stesso (come si specificherà in seguito) ha un ottimo aggrappaggio al sottofondo e non tende a distaccarsi neppure dal muro bagnato, risulta evidente che, scegliendo le opportune granulometrie delle sabbie o di altri inerti, si possono riportare all’antico splendore molte facciate di case ora degradate, senza a1terare sostanzialmente l’estetica delle stesse.
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